08 marzo 2009

Scrittori della Domenica

Cosa ci spinge a scrivere? Un semplice bisogno egoico-narrativo o piuttosto la necessità terapeutica insita in questa nobile attività? Ma soprattutto perché ogni mentecatto che calpesta questo misero sassolino chiamato Terra deve per forza, prima o poi, spaccarci i coglioni con una insostenibile autobiografia di 600 pagine di cui non si sentiva assolutamente il bisogno? E perché, si-ste-ma-ti-ca-men-te, questi personaggi si credono il nuovo Proust di turno? Chi gliel’ha data la patente di scrittori a questi imbecilli? Non si rendono conto che non si stanno coprendo di gloria, ma, nella migliore delle ipotesi, di ridicolo? Non hanno un minimo di dignità?

La risposta è ovviamente “no”, non se ne rendono conto, o forse lo fanno proprio col masochistico fine del ridicolo. Pur di ottenere le luci della ribalta, anche per solo cinque minuti, sono disposti a tutto, anche a costruirsi una gogna letteraria ed esporsi al pubblico ludibrio.

In ogni caso, si tratti di grandi autori o scrittori della domenica, di un bisogno egoico-narrativo o di catarsi-scrittoria, il risultato è sempre lo stesso: che ogni opera letteraria trasuda riferimenti biografici ad ogni pagina: siano essi il camuffamento di eventi realmente accaduti o l’attribuzione a loschi personaggi dei nostri più torbidi desideri, siano essi semplici aspirazioni o grandi, irrealizzabili sogni; siano esse cocenti delusioni o grandi vittorie. Tutte vengono buttate nel calderone tipografico per la gioia (o la disperazione) dei lettori. E l’autore si mostra nudo, ridicolmente nascosto dietro il pudico, rinsecchito, dito dell’arte.

A questo punto la questione si fa seria: a quali di queste categorie io appartengo? Quali sono le mie intenzioni?

Ebbene: IO sono un grande scrittore della domenica, che scrive per la gioia terapeutica che questa attività gli provoca. Ma non mi nascondo dietro nessun dito artistico: sono un esibizionista, nevrotico, a cui piace raccontare i cazzi propri. Tutto qui.

N.b. Per chi non lo avesse notato, oggi è Domenica.

05 marzo 2009

Corsi e Ricorsi Storici

Le cose non sono molto cambiate dal medioevo ad oggi. Allora la filosofia scolastica pretendeva di dimostrare razionalmente l'esistenza di Dio. Oggi il salutismo pretende di avere cibi totalmente scevri da additivi e sostanze chimiche. Siamo passati

"Dal Dio-Logico al Bio-Logico"

02 marzo 2009

Politicamente Corretto

Nella mia vita, avendo avuto spesso a che fare con Ebrei, comunisti e froci, non potevo diventare altro che un liberale (l'alternativa era diventare nazista).

25 febbraio 2009

Scienza e Religione

C'e' un principio fisico ben specifico che regola l'accesso ai monasteri femminili. Questo principio dice che:

"EntroPia, Esco Zoccola"

Ps. Come sempre da parte del nostro Becero Maschilista.

24 febbraio 2009

Suini Edulcorati

Nella preparazione dell'OssoCollo è necessario l'uso di coloranti. Perchè?
Perchè è fatto col

"PigMento"

13 febbraio 2009

Doyle e Dintorni

Oggi vi racconto la genesi della piu' celebre espressione di Sherlock Holmes, avvenuta in due momenti ben precisi.

Scena1: Sherlock Holmes sta facendo una passeggiata per Londra con il suo fido compagno Watson, alla ricerca di qualcosa per il pranzo.

Dr. Watson: "Ma quello e' un negozio cibario?"
Sherlock Holmes: "Alimentare Watson!"

Scena2: Qualche giorno dopo, durante un'altra passeggiata passano di fronte a un edificio scolastico.

Dr. Watson: "Ma quella e' una scuola per bambini?"
Sherlock Holmes: "Elementare Watson!"

09 febbraio 2009

Rinascimento Veneziano

L'altro giorno sono andato a vedere una mostra sul rinascimento. A un certo punto la guida ci ha mostrato alcuni quadri di un pittore (uno dei più grandi esponenti della scuola veneziana, a suo dire) che mi hanno lasciato interdetto. Non sembravano per nulla quadri rinascimentali. La guida mi ha allora spiegato che questo pittore usava una tecnica molto particolare: si faceva dei clisteri di vernice e poi "spruzzava" sulla tela. Questo artista, proprio alla luce di tale tecnica, e' comunemente noto col nome di:

"TintoRetto"

04 febbraio 2009

Roulotte Olandesi

C'e un tipico proverbio italiano che ho scoperto significare "non portare la roulotte in Olanda". Il proverbio in questione è comunemente declinato nella formula:

"Non menare il Camper l'Aia"