"Guarda che ogni persona ha un'ottima scusa per un pessimo carattere".
29 dicembre 2008
Ilenia e il suo pessimo carattere
24 dicembre 2008
Rossini e dintorni
17 dicembre 2008
Rifiuti grammaticali
13 dicembre 2008
Il Dono della Sintesi
http://resistenzaumana.it/rubriche/dubbio/sintesi/
10 dicembre 2008
Ungaretti Metal
"M'illumino di Marylin Manson"
07 dicembre 2008
Saggezza Montanara
Nb. Questa la dedico al gruppo dei motivati, che mi sopportano ogni martedì sera nell'eterna sfida tra uomo e roccia (ok, è plastica ma ci siamo intesi).
03 dicembre 2008
Paranoia
I didn't do it.
It's not my fault.
You can't prove anything.
Chiaro!?
Nb. Grazie a Oltreconfine, che si aggira di notte, per i corridoi deserti, mormorando frasi senza senso.
30 novembre 2008
Nuove Testate Giornalistiche
24 novembre 2008
Ilenia
-E' certo un brivido, averti qui con me -
Lei, senza alzare gli occhi dallo schermo, e continuando a lavorare, mi risponde:
- Scusa, ho acceso l'aria condizionata -
Dedicato a Ilenia. Alla volta che abbiamo ballato Capossela su un prato. A tutti i suoi difetti. E alle sue splendide risposte da lasciarti senza possibilita' di replica. Mi mancheranno. Mi mancherai. Stupida testona, avresti dovuto imparare a non fidarti delle persone.
21 novembre 2008
Dio e la flessibilità
N.b. Un grazie a Sara T. per l'ispirazione.
16 novembre 2008
Il Lato Oscuro dello Yoga
12 novembre 2008
Tradizioni a raffica
10 novembre 2008
Interrogazioni estreme
- Cosa è successo? - gli chiede prontamente l'amico.
- Non me ne parlare... il prof di lettere mi ha interrogato sulla Divina Commedia -
- E allora? -
- E' stata una interrogazione SU-DANTE -
Nb. Grazie mille a Riccardo da Napoli (alias Super Tim di SSC) per la segnalazione.
07 novembre 2008
Notizie governative
05 novembre 2008
Obama non puo' aver vinto
D'altronde l'onomastica del presidente nero e' impetosa su questo. E l'onomastica non puo' sbagliare, perche' nel segreto dell'urna il principio "nomen omen" decide molti piu' voti di quanto si pensi.
Ma andiamo con ordine e analizziamo il suo nome completo, parola per parola, mostrando per ognuna quali sono i difetti fatali rispetto al contesto socio/politico/economico odierno. Allora, il presunto nuovo presidente americano si chiama Barack Hussein Obama.
Barack = neanche un mese fa la crisi dei mutui subprime ha messo in ginocchio milioni di famiglie della middle-class americana. Come noto nessuno vuol mai sentirsi dire, o vedersi ricordare, le sue sventure. Figuriamoci se milioni di famiglie che hanno appena perso la casa e si trovano in mezzo a una strada vanno a votare uno che si chiama "baracca". Sarebbe rigirare il coltello nella piaga.
Hussein = liberarsi del sanguinario dittatore iracheno e' costato 2 guerre, centinaia di migliaia di morti e la destabilizzazione di tutto il medio oriente. Risultato portato a casa in dieci anni di sofferenze. Ora gli elettori, dopo aver visto tornare a casa i loro ragazzi in una bara, dopo aver visto mezzo mondo urlargli contro, dovrebbero mettere al potere, a casa loro, uno con lo stesso nome? Se i sunniti poi si sentissero presi per il culo avrebbero le loro ragioni.
Obama = "pure i cambi enigmistici di consonante. Fa lo spiritoso. Ma la gente non dimentica le due torri. Vatti a nascondere in una grotta dell'Afghanistan, che nel nascosto dell'urna l'elettore americano non dimentica" griderebbero i repubblicani. E come dargli torto?
Nb. Ovviamente sono Obamiano anch'io, ma da molto prima che diventasse famoso (è da qualche anno che lo seguo).
03 novembre 2008
Economia Crepuscolare
28 ottobre 2008
Come sopravvivere in ufficio
"Come sopravvivere alla cena aziendale e altre catastrofi da ufficio" è sicuramente il libro più surreale e folle che abbia letto tra quelli di Resistenza Umana. A mio parere scritto da alcuni serissimi workaholic sotto l'effetto di acidi. Ho riso non solo per le battute in se, ma anche per il metodo puntiglioso e straniante con cui descrivono, sistematicamente, ogni situazione: dalla più seria alla più improbabile. Come svignarsela da una riunione senza essere notati, come salvare documenti macchiati di caffè, come nascondere piercing, come recuperare uno snack incastrato nel distributore automatico, come guidare un muletto o come estrarre una cravatta incastrata nella fotocopiatrice, solo per citare i più normali. Tutti affrontati e descritti passo passo, con lo spirito molto americano "for dummies" e accompagnati da improbabili vignette esplicative, dal sapore molto vintage (tipo quelle sulle istruzioni di sicurezza per gli aerei, per intenderci). Un libro da tenere sempre con sè, nel taschino della giacca o nella 24 ore, insomma.
E siccome oggi sono stanco morto a causa dei troppi spostamenti, e mi sto addormentando sulla tastiera, ecco a voi un estratto su come farsi una pennica in ufficio senza destare sospetti:
"Quando schiacciate un pisolino, appoggiate sempre il gomito sulla scrivania, tenendo il braccio perpendicolare. La fronte deve rimanere appoggiata sulla punta delle dita; il pollice, bene aperto, deve sostenere lo zigomo. Questa posizione vi permetterà di tenere la testa alta e centrata sulla scrivania. Orientatevi in modo tale che chi si avvicina non possa capire immediatamente che avete gli occhi chiusi. Tenete un faldone di documenti importanti davanti agli occhi, così da dare l’impressione che siete concentrati nella lettura."
23 ottobre 2008
La Meglio Gioventù
19 ottobre 2008
Architettura e pauperismo
17 ottobre 2008
15 ottobre 2008
Regali Spazzatura
12 ottobre 2008
Deformazione Professionale?
http://resistenzaumana.it/dubbio/deformazione-professionale/
10 ottobre 2008
Slittamenti Semantici
08 ottobre 2008
Pirandello e Dintorni
06 ottobre 2008
Intervista su Crackweb
Il testo dell'intervista lo trovate qui.
02 ottobre 2008
Apostrofi Lacustri
01 ottobre 2008
Amerigo Vespucci e Dintorni
29 settembre 2008
Sulla cresta dell'onda
26 settembre 2008
Dopo Pechino
N.b. Grazie a Jacopo Strapparava che non solo ha fornito l'ispirazione ma che oggi compie anche 14 anni!
24 settembre 2008
Acconciature Dubbiose
22 settembre 2008
Gorgonzola e Comunismo
L'aneddoto racconta di un operaio comunista che negli anni trenta fugge dal fascimo diretto verso la madre Russia, per lui terra promessa (politicamente parlando). Arrivato in questa terra scopre che il formaggio piu' buono del mondo, il Gorgonzola, qui non e' conosciuto. Fedele alla linea politica (un po' meno a quella salutista), e convinto che la rivoluzione proletaria passi anche attraverso il Gorgonzola, decide di produrlo nel kolchoz a cui era stato destinato. Purtroppo il nostro operaio non aveva fatto i conti con la stupidita' burocratica figlia del totalitarismo: scoperto a praticare dei piccoli fori nel formaggio e ad introdurvi delle erbe fermentanti fu accusato di sabotaggio e condannato alla fucilazione. A questo punto i finali divergono: c'e' chi dice che si sia fatto 30 anni di gulag, chi dice che sia stato effettivamente fucilato, chi, ancora, sostiene che sia stato salvato in extremis da un alto funzionario russo appassionato di formaggi.
Ora, io amo il Gorgonzola. E' uno dei formaggi piu' buoni che esista. Soprattutto la variante - pesantissima - con inserti di mascarpone. Potete quindi capire i miei travagli di giovane idealista e buongustaio nello scoprire che:
19 settembre 2008
Vampiro Sommelier
-We raga, usciamo a bere stasera?-
-Bella li', ci sto dentro!-
-Dove andiamo?-
-Ho sentito dire che Vlad ha aperto un'emoteca giu' in citta'-
17 settembre 2008
Meglio soli che male accompagnati
per questo chiudo sempre a chiave la porta del bagno.
15 settembre 2008
Capre a Capraia
Fonte: la mia moleskine
Siamo arrivati poco prima del tramonto al vecchio edificio senza finestre, bianco sbiadito e un po' sdentato. Abbiamo appoggiato gli zaini e ci siamo guardati intorno, nel silenzio. Siamo arrivati nell'ora della sera in cui l'erba si piega al vento, lì, tra le rovine della colonia penale, nella parte nord dell'isola. L'ora in cui la luce si fa tenue e la pelle diventa fresca e tesa. Indossata una felpa ci siamo fatti una cicca nel sibilo lieve del vento, con la schiena appoggiata ad un muretto.
In bocca ancora il sapore della focaccia condita con rosmarino, colto sotto la cima frastagliata del monte Penna: eravamo seduti di fronte alla visione (già così lontana - poco più che una vertigine sbiadita -) delle scogliere a picco sul mare inquieto, che si aprivano come quinte teatrali fino a intersecare la linea blu dell'orizzonte e i pianori verdi.
Finita la sigaretta e prima che il sole scendesse siamo entrati e ci siamo acquartierati in una stanza vuota del primo piano. Muri candidi e pavimenti ricoperti di polvere di intonaco. Abbiamo steso le stuoie e i sacchi a pelo, disposto il cibo nel mezzo, e acceso una candela. Abbiamo consumato così la nostra solita cena frugale, a base di scatolette di legumi e pane leggermente stantio. Il sole nel frattempo ha finito di compiere il suo tragitto.
[...]
Mentre stavamo per metterci a dormire abbiamo sentito un rumore provenire dalle stanze buie del pianterreno. Sembrava un grosso animale. Siamo scesi con la frontale e abbiamo cercato in tutte le stanze, ricoperte di sterco e terra, senza esito. Ad un certo punto ho aperto la porta del sottoscala e lì, colto di sorpresa e un po' spaventato, ho incontrato Bianchina.
Bianchina è una capretta che aveva trovato rifugio, come noi, nell'edificio sdentato. Le abbiamo detto di uscire, che noi avremmo sbarrato il portone d'ingresso per la notte e lei non sarebbe potuta uscire. Ma lei ci ha fatto capire, con molta calma, che non ne aveva voglia: ci ha girato le spalle, si e' diretta nell'angolo piu' nascosto e li' si e' distesa, guardandoci con un espressione del tipo "io da qui non mi muovo". Allora ci siamo divisi equamente l'edificio: lei il piano sotto (anzi, il sottoscala) e noi quello sopra.
[...]
Bianchina stamatttina è venuta a chiamarci, per uscire. Con molta delicatezza ha salito le scale e ha fatto un piccolo belato da dietro l'angolo della porta, come a svegliarci con dolcezza. Appena sono uscito dal sacco a pelo ho sentito il rumore dei suoi zoccoli che ripercorrevano le scale in senso inverso. Sono sceso con gli occhi impastati dal sonno, in mutande e scarponcini. Lei aspettava col muso che sporgeva da una delle porte che danno sul corridoio principale. Mi ha guardato spostare la trave che bloccava il portone, e ha lasciato che mi spossassi a mia volta: a quel punto e' andata verso l'uscio, si è fermata sul ciglio, ha annusato l'aria, guardato a destra e sinistra, e lanciato un richiamo alle altre prima di uscire.
L'ho seguita fuori, nella luce dell'alba. Abbiamo pisciato assieme poi ci siamo voltati e siamo andati ognuno per la propria strada, lei a cercare le altre, io a ritrovare il caldo tepore del mio giaciglio.
12 settembre 2008
Che gente i Matti!
"atTrazione posteriore!"
10 settembre 2008
Campagna per i Diversamente "Alibi"
Se vuoi aderire alla campagna fai sapere a me e Talksina cosa sei tu, qui.
Lavoro e Sessualita'
http://resistenzaumana.it/dubbio/lavoro-e-sessualita/
08 settembre 2008
05 settembre 2008
Diversamente Razzisti
All'inizio "handicappato" era un termine neutro, usato per indicare una menomazione fisica o psichica. Poi è invalsa nell'uso un'accezione offensiva del termine e allora si è preferito passare a "portatore di handicap". Solo che anche in questa nuova definizione la radice della parola (divenuta) offensiva era presente e allora si è passati a "disabile". A questo punto però non ci si è fermati e con triplo salto mortale, concettuale e linguistico si è coniato il termine "diversamente abile".
E a questo punto mi chiedo: cosa cazzo è un "diversamente abile"? A cosa serve questo termine? Per proteggere la diversità? Ma non ci rendiamo conto che questo termine la diversità la nega, riconducendo tutto ad un unico metro di riferimento? Parlando di diversita' (non di handicap) sarebbe come dire che:
- un nero è diversamente bianco
- un nano è diversamente alto
- un omosessuale è diversamente eterosessuale
- un cieco è diversamente vedente (da notare che già si usa il termine negante non vedente)
- ...
- Endogeno: significa razzisticamente non riconoscere come una persona realmente è, nei pregi come nei difetti (o nelle menomazioni), significa negare il suo essere (definendolo con la mancanza della qualita' contraria).
- Esogeno: significa pavidamente lasciare spazio al razzismo, alla stupidità e alla prepotenza. Si abdica all'uso razzista del termine (che di per se' indica la qualita', l'essenza) preferendo, linguisticamente, negare la presenza di quella qualita'.
- Negazione Logica: usando il termine "disabile" (non-abile) abbiamo un polo, quello dell'abilita', e poi tutto il resto definito logicamente (e ontologicamente riconosciuto) solo attraverso la negazione del fatto di godere di quella qualita'. Quindi il secondo polo non ha dignita' sua propria ma esiste solo in funzione del primo, attraverso la sua negazione.
- Negazione Ontologica: usando il termine "diversamente abile" invece c'e' una doppia negazione (logica e ontologica), il "non-abile", non esiste piu', esiste solo l'abilita' in varie declinazioni possibili. Il secondo polo, quello dell'handicap, e' stato a questo punto completamente riassorbito nel primo.
Dimenticavo, io sono un diversamente glabro.
03 settembre 2008
Levi e Dintorni
01 settembre 2008
Papere ed Utopie
Oggi vi propongo un'opera grafica partita da un disegno che avevo fatto anni fa di una paperella che parla con la mamma e poi rimasto a lungo nel cassetto. Una volta che l'ho ripreso in mano e immesso sul computer si è piano piano trasformato, con l'aggiunta della tv e della domanda del paperotto, fino alla forma che vedete adesso.
29 agosto 2008
Jovanotti e dintorni
27 agosto 2008
Tolkien e dintorni
25 agosto 2008
22 agosto 2008
Colonne sonore
E io sono pure maledettamente stonato, cazzo!
19 agosto 2008
Passione Cannibale
15 agosto 2008
Poveri mancini
N.b. a titolo di cronaca: sono mancino e sono creativo (oltre che un po' cretino direbbe qualcuno).
10 agosto 2008
Donne e musica
04 agosto 2008
Ere storiche e psicofarmaci
30 luglio 2008
29 luglio 2008
Piccole Soddisazioni
28 luglio 2008
Preti da corsa
N.b. Appena avrò tempo proporrò anche una versione grafica di questa leggera idiozia.
N.b. La piega è la tecnica con cui il motociclista contrasta la forza centrifuga inclinando la moto verso l'interno della curva.
25 luglio 2008
24 luglio 2008
Alitalia a luci rosse (3)
Le hostess hanno rilasciato commenti impietosi...
23 luglio 2008
Autoreferenzialità
Fatto stà che a un certo punto il mio amico Pippo Orlando mi ha guardato dritto negli occhi e mi ha detto, tra il divertito e l'esasperato:
21 luglio 2008
Ineludibili Necessita'
http://resistenzaumana.it/dubbio/ineludibili-necessita/
18 luglio 2008
Voltaire e dintorni
16 luglio 2008
Efferati omicidi
14 luglio 2008
Acquisti grotteschi
12 luglio 2008
10 luglio 2008
Fumare in gravidanza
N.b. Questa la dedico alla mia amica iosmetto che con la sua pervicacia ci sta riuscendo.
N.b. Un ringraziamento speciale a Matteo Negri, muso ispiratore di questa idiozia.
08 luglio 2008
Ius Soli
Camminando per strada, quando giravo l'angolo, iniziavo a contare i passi che separano il bar dagli altri negozi, percependo però una distanza emotiva molto maggiore di quella fisica. Una distanza siderale dall'edicola della signora che rimpiange i tempi "in cui c'era lui", e dal macellaio burbero poco più in là.
"Soliti cinesi, che imparano giusto le tre frasi che servono per vendere, ti ricoprono di sorrisi untuosi, ma poi espandono il loro mondo a scapito del tuo: Subdoli invasori". Questo leggevo nei loro occhi. Negli occhi della giornalaia sempre incarognita "con i neger" e del macellaio taciturno, con l'ossessione dei ladri.
Però quei ragazzi hanno imparato l'italiano, hanno varcato la soglia degli "esercizi commerciali" dei loro vicini, e chiacchierato con loro. Giorno dopo giorno hanno creato una piccola falla nel sistema di pensiero che li vedeva diversi...
Il bimbo intanto in questi due anni è cresciuto. E io non me ne sono nenche accorto. E' diventato un treno inarrestabile che corre avanti e indietro, ridendo spensierato come se fosse sulla riva del mare e non su un marciapiede. Con un sorriso così puro che ti apre il cuore in due.
E stasera, uscendo di casa, ho visto una scena che aveva tutte le sembianze del miracolo (almeno per questa Italia incarognita). Ho visto il bambino che mi correva incontro, e ho visto la giornalaia acida e il macellaio burbero che si sono affacciati (ma in realtà erano già lì pronti) per far finta di bloccarlo. Lui rideva come un pazzo facendo lo slalom tra di loro, e sul viso dei due vecchi ho visto sbocciare un sorriso che aveva il sapore della serenità. Un sorriso così non glielo ho mai visto in sei anni che abito in questa via (a dire il vero non li ho mai visti sorridere, punto).
In quel momento ho realizzato che quel piccolo "cinese" è a tutti gli effetti loro nipote. Quello che porterà avanti la cultura, la storia, l'identità di questa via. Non i loro veri nipoti italiani coi loro macchinoni.
Guardando quel bambino ho capito che mi sono perso anni di questa città, perso sempre dietro a qualcos'altro...
Ora lo straniero sono io.
N.b. stamattina mi e' arrivato un messaggio da un'amica di nome Liana: "[la tua riflessione sul bambino] e' molto simile a quello che ho pensato io due settimane fa quando l'ho sentito chiamare 'nonna' la giornalaia, mentre spulciava allegramente tra i giochi in regalo con le riviste" (!!!!)
07 luglio 2008
Attenzione ai falsi telefonini Apple!
Questa volta si trattava del nuovo prodotto di casa Apple, il telefonino ultima generazione, il 3G, e per soli 20 euri! Proposta imperdibile.
Alla fine, anche se titubante, accetto. E lui subito tira fuori uno scatolone che manco una cabina del telefono lo riempirebbe. Lo apro incuriosito, mentre lui si defila veloce, e mi pare proprio strano come telefono: non ha la tastiera (ma questo lo sapevo), non ha lo schermo e non ha neanche la batteria, solo il cavo di alimentazione. E non è che sia proprio ergonomico.
Arrivato a casa lo attacco alla spina per provarlo. Lo accendo ma non sento una fava, solo dei sibili assordanti... E poi scalda da fare paura. Sarà un difetto di batteria penso...
Fatto sta che dopo essermi ustionato un orecchio e non essere riuscito a parlare con nessuno ho chiesto ad un mio amico, esperto di telefonini, il quale mi ha detto che era un falso.
La foto del falso telefonino a questo link
04 luglio 2008
Alitalia a luci rosse (2)
Alitalia a luci rosse
N.b. Corrado Passera è un banchiere e manager italiano, attualmente consigliere delegato e CEO del Gruppo Intesa Sanpaolo, incaricato del salvataggio Alitalia con la benedizione del governo Berlusconi. Sull'altro significato di "passera" non mi dilungo.
N.b. Questa leggera idiozia la trovate anche sul sito di Lucyblade, leggermente modificata, per la mitica "Saga della Garfagna".
02 luglio 2008
Proverbi Africani
30 giugno 2008
Chirurgo Stakanovista
http://resistenzaumana.it/dubbio/chirurgo-stakanovista/
27 giugno 2008
Dostojevski e dintorni
25 giugno 2008
PD e dintorni
23 giugno 2008
Reggae toscano
L'altro giorno ho visto un film con Massimo Troisi e Roberto Benigni. Racconta di due uomini che per uno strano caso del destino si ritrovano catapultati nella Giamaica del 1492. I due cercano di adattarsi ai costumi locali facendosi le treccine...
20 giugno 2008
Notizie Spazzatura
N.b. questa la dedico al mio collega di idiozie Alessandro Valitutti, Napoletano verace che non perde mai il buonumore.
18 giugno 2008
Soluzioni Estreme
L’altro giorno un fornitore doveva mandarci dei dati molto importanti. Per sicurezza ci ha detto che avrebbero spedito via mail una cartella compressa sia in formato .zip che in formato .tar. Ho informato il mio capo degli sviluppi dicendogli:
“Se non funziona lo zip facciamo ricorso al tar”
Lui mi ha guardato perplesso: formato di compressione o soluzione estrema?
Nb. Pubblicata su Resistenza Umana: http://resistenzaumana.it/dubbio/soluzioni-estreme/16 giugno 2008
Il pifferaio magico
13 giugno 2008
Calvino e dintorni (2)
11 giugno 2008
L'età dell'innocenza...
Disarmante...
Andy Warhol e dintorni
N.b. "Fagioli Eraclito - tutto scorre", fa il verso alla famosa lattina di zuppa Campbell's di Andy Warhol. Eraclito di Efeso è comunemente definito come il filosofo del divenire, e la sua massima "tutto scorre" (panta rei) e' la piu' famosa. Qui il gioco sta nel rimpiazzare la pronuncia di scórre, nel senso di fluire, con scòrre nel senso di peti.
09 giugno 2008
Terre d'Africa
Palermitani in cerca di un amico o sempliti turisti persi?
N.b.1 Questa la dedico ad Alessandra e ai suoi ometti. Mi mancate.
N.b.2 "Tore" è un diminuitivo comunemente usato in Sicilia per "Salvatore".
07 giugno 2008
Pregare o Lavorare?
L’altro giorno, passando di fronte a un convento Benedettino in quel di Trieste, mi sono imbattuto nella seguente scritta:
“Ora et LaBora”
Motto religioso o previsione meteo?
Nb. Pubblicata su Resistenza Umana: http://www.resistenzaumana.it/dubbio/pregare-o-lavorare/06 giugno 2008
Rocco e i suoi fardelli
Uno stracotto padano o un pornodivo che ha raggiunto la pace dei sensi?
N.b. Questa non e' mia, ma la persona che me l'ha spedita ha chiesto espressamente di non venire citata.
04 giugno 2008
Economisti e Soubrette
e mi sono chiesto: ma la Garfagna non era già stata messa alle pari opportunità? Ma quante diavolo di veline deve piazzare quell'uomo?
Ps. Questo lo dedico a Lucyblade che ossessionata com'e' dalla Garfagna non ci dorme piu' la notte. Per favore fatele fare un calendario anche a lei (o datele un incarico di governo).
03 giugno 2008
Per un pugno di Dirham
Fonte: la mia moleskin
Oggi ho deciso di vagare per i vicoli della medina di Marrakech. Ne avevo bisogno: gli altri sono partiti e io sono rimasto con i miei malumori.
Quando i pensieri si fanno tortuosi l'unica soluzione è cercare di perdersi in viuzze ancora più tortuose; seguendo il principio del "tanto peggio, tanto meglio".
La prima cosa che si impara in fretta in questi dedali sconfinati è che in ogni vicolo, per quanto stretto e imbucato sia, si trova sempre un bambino (con le ciabatte sformate e una maglietta impolverata) che appena ti incontra ti dice che quel vicolo è (improvvisamente) "fermè", "clos'd".
Senza uscita, chiuso.
La seconda cosa che impari è che per 10 dirham questo bambino è disposto a riportarti nella civiltà (o da qualche altra parte interessante) dando per scontato che tu ti sia perso e, soprattutto, che tu ci voglia tornare.
La terza cosa che si impara è che nulla da queste parti è mai veramente "fermè", "clos'd", appena svicoli dal piccolo vigile o provi a sospingere la porta socchiusa.
La quarta cosa che impari è che non si è mai totalmente soli: se anche ti fossi veramente e involontariamente perso ci sarà sempre una piccola guida pronta a salvarti per dieci dirham.
Dirham = moneta marocchina, 10 dirham corrispondono a circa un euro.
02 giugno 2008
Zombi a pie' pagina
30 maggio 2008
Utopie blu, puffi e viagra
Secondo voi perchè c'era una sola donna, per di più in ruolo subalterno (di drizzapuffi più che altro)?
Secondo voi perche "grande puffo" si chiamava "grande puffo"?
Secondo voi perchè nella versione originale, quella non censurata per l'italica progenie, il nome del capo era
Ovvio no? Siamo di fronte a una chiara metafora della società del viagra, liberista, machista e maschilista...
28 maggio 2008
Somari e disastri ferroviari
Stanchezza Estrema
L’altro giorno un mio amico di Roma doveva presentare un progetto ad una riunione. Sapendo che per lui era molto importante la cosa, la sera l’ho chiamato per chiedergli come fosse andata. Mi ha risposto con una voce strana:
Realizzazione professionale o stanchezza estrema?
N.b. pubblicata su Resistenza Umana: http://www.resistenzaumana.it/dubbio/stanchezza-estrema/26 maggio 2008
Riscaldamento Globale
N.b. Questa idiozia e' stata partorita durante una riunione di lavoro molto seria, anche se un po' delirante. Non sono sicuro se sia mia o di un mio collega. Nel caso mi scuso.
23 maggio 2008
Dallo spazio profondo
Si riferiva a delle donne molto belle o alla prova di un'antica invazione aliena?
21 maggio 2008
Calvino e dintorni
20 maggio 2008
Solleone
Giornata pesante o colpo di sole?
Braciolata Selvaggia
19 maggio 2008
Puffi in carriera
18 maggio 2008
Antropologica Follia
Fonte: la mia moleskine
Oggi sono tornato a Gerusalemme dopo tanti anni e con un bel po' di consapevolezza in più. Ho imparato molte cose da questa visita a zonzo per le sue vie:
... di Gerusalemme mi ha colpito più che altro l'aspetto di antropologica follia...
17 maggio 2008
Divergenze di Opinione
Forma non-verbale di diniego o riunione violenta?
Nb. pubblicata su Resistenza Umana: http://resistenzaumana.it/rubriche/dubbio/riunione-violenta/
16 maggio 2008
Idraulico Amletico
Problema esistenziale di un idraulico amletico?
Nb. Pubblicata su Reistenza Umana: http://resistenzaumana.it/rubriche/dubbio/idraulico-amletico/
Posti di Blocco, Ken, Lo.
Fonte: la mia moleskine
[…] Tra i molti appunti che ho preso (più che altro mail che ho scritto) non ho ancora segnato le prime, forti impressioni dell'attraversamento dei territori occupati, nella notte del 15. Abbiamo deciso di raggiungere il Mar Morto da nord, percorrendo prima la 1 da Gerusalemme e poi svoltando sulla 90, lungo la West Bank.
Prima annotazione: una strada nel deserto, percorsa di notte, non dà l'impressione di spazi sconfinati, ma di "non luoghi". E i posti di blocco dei militari (agli incroci o alle fermate degli autobus) non sono altro che avamposti in mezzo al vuoto. Come in una sorta di mito della frontiera trasposto nel "sociologico asfittico del medio oriente" (d'altronde gli arabi non sono certo gli indiani o dei barbari sconosciuti, e queste terre non hanno l'estensione della frontiera americana, anche se nominalmente sono nel "West").
I posti di blocco emergono all'improvviso dal nulla denso e umido della notte. Il primo lo abbiamo incontrato subito dopo aver imboccato la 90, direzione En Gedi. Giovani ragazzi imbacuccati nella divisa e in cappellini di lana colorati, molto più giovani di noi, con una tremenda espressione da uomini. Tremenda per la sua limpidezza ed ineluttabilità.
(Ma tu li hai mai visti questi militari ai posti di blocco? E' impossibile giudicare. Non sono militari. Sono ragazzi svaccati sotto la tettoia della fermata: sembra che aspettino l'autobus. Ragazzi a cui hanno dato in mano un fucile, lasciando che l'ambiente ostile li rendesse uomini… all'occorrenza. Che scattano in piedi e cambiano espressione appena vedono i fari di un'auto avvicinarsi…)
Senza sapere esattamente dove cada il confine di queste terre. Un limbo vuoto e conteso (surreale nella notte). D'altronde non si sa mai dove cadono i confini in questi luoghi, neanche quelli del bene e del male; del giusto e dello sbagliato. Perchè non si possono spostare trecentomila persone con un tratto di penna. Sei città di Trento da abbandonare e ricostruire nel giro di una notte.
(Poi ci sono i sorrisi di Bernardo e le sue sabbie mobili, le epiche scalate di Milen alla conquista di Masada e di un bagno. I colori del deserto all'alba e l'improbabile perdersi, con Eddie Vedder nelle orecchie)
Questa terra non è "ken" o "lo", ma lei stessa e il deserto vogliono che tu lo sia. Una tuta militare, un cappello di lana, un viso da ragazzino (e un gesto fugace): "ken" invece di "lo" e un sogno durato (atteso?) vent'anni che si realizza. Nella progenie (e nel volto guardingo del soldato che si rilassa in un sorriso).
Terra destinata (maledetta?) a essere di tutti e di nessuno. Per i miei genitori e per me bambino questa terra è stata "lo". Ora è "ken" per me e i miei compagni di viaggio. Per chi ci abita la risposta è la stessa, e sempre diversa, ogni mattina. Aspettando i missili da Nord, spostando ogni giorno i confini un po' più in là. Tutti vittime di un fatalismo che ha due sole parole, indifferenti: "Ken", "Lo".
Ken = Si'
Lo = No
15 maggio 2008
Cuochi e Cantanti
e' una canzone di Caparezza, che parla del suo secondo album, o il manuale di cucina di uno chef egocentrico?
Gli Ombronauti
Periodo: Primavera 2006
Preambolo (1): Il fiume Ombrone scorre per circa ottanta chilometri da Siena verso il mare, lambendo Grosseto. La zona tra Siena e Grosseto e' per la maggior parte disabitata: boschi, campi sporadici e ancor più sporadici paesini usciti dalla fantasia di "Non ci resta che piangere". Detto per inciso: il titolo per la discesa potrebbe essere proprio questo. Sottotitolo: "Ombrone 1, Ombronauti 0". Ma quella del fiume e' stata una vittoria di Pirro come argomenterò in seguito.
Materiale usato: una canoa gonfiabile biposto modello "Helios 380", due pagaie (non smontabili, argh!), due salvagenti, una buona dose di incoscienza ed imperizia, un quantitativo di materiale assolutamente spropositato per la scarsa capacità della canoa stessa. Optional richiesto: voglia di mettersi nei guai.
Piano: due giorni di discesa per raggiungere il mare. Sosta in tenda lungo le sponde del fiume con cena a base di salsicce arrostite sul fuoco e Tavernello in bricco.
Preambolo (2): Esterno giorno, un pomeriggio fottutamente afoso nell'estrema periferia di Milano (dopo, solo risaie e discariche abusive). Zoom sulla faccia di un pirla (il Nostro1) che si aggira per le strade con sorriso ebete, praticamente fagocitato da uno zaino grosso il doppio di lui. Nessuno può immaginare che tale zaino contenga una canoa di 3 metri e 80 centimetri appena comprata da una simpatica cinquantenne col marito sovrappeso. Il sogno (o incubo) ha inizio.
Un paio di giorni dopo: lo stesso individuo si aggira per luoghi dimenticati da Dio (ma non dall'afa e dagli insetti) alla ricerca di un posto da cui partire. Il livello dell'acqua sembra buono e il fiume navigabile. Pianificazione attenta dei possibili punti di rendez vous su cartina comprata per l'occasione (visto quanto solitarie e selvagge sono le zone). Altro inciso: la zona tra Siena e Grosseto e' talmente disabitata che non esistono in commercio cartine escursionistiche della zona, quindi il Nostro si deve accontentare di una mappa 1:200000. Risultato: se non avesse avuto il suv della madre sarebbe diventato pasto per cinghiali e altri ungulati in qualche forra.
Arrivo del Nostro2. Tutto sembra pronto. Ma subito compiono il primo errore: invece che fare la prova bagagli la sera prima della partenza si ubriacano e vanno a gozzovigliare in quel di Petriolo. Cotti e ubriachi tornano a casa felici. La mattina dopo la madre del Nostro1 pensa bene di finire in ospedale (come se non ne avesse avuto abbastanza). L'impresa per un attimo sembra a rischio. Ma i Nostri non desistono.
Caricata l'auto si muovono solerti verso Pari (anche se sull'auto erano in dispari, secondo errore)
Partenza da Molino di Pari, a sud di Siena, vicino a Petriolo. Un mulino abbandonato in mezzo al nulla. Destinazione: MARE.
Appena gonfiata la canoa i Nostri si rendono conto che c'è posto per un terzo del materiale portato. La tenda e' la prima a farne le spese. Per il resto uno zaino legato alla meglio raccoglie tutto ciò che non può stare nei vani a prua e poppa. Con una canoa che sembra più una chiatta della raccolta rifiuti (tutto il materiale e' stato avvolto in triplo strato di sacchetti di plastica per prevenire possibili inzuppamenti, accorgimento che solo in parte e' servito) i Nostri partono. Dopo 200 metri si fermano a cambiare i posti (il timoniere, o colui che sa timonare facendone le veci, e' meglio che stia dietro) e a sistemare il materiale, visto che pagaiare con le ginocchia in bocca non e' facile. Un airone si alza in volo come a salutare con un felice augurio l'impresa (altri sostengono che si sia alzato in volo facendo le corna di scongiuro appena visto il mezzo).
Terzo errore: la canoa non e' stata battezzata prima della partenza. Senza un'anima non potrà dare una mano agli Ombronauti. Il varo con bottiglia di vetro invece e' stato - giustamente - evitato. Salto in avanti di 15 ore: di fronte a una salsiccia sugosa e due coppini bruciati dal sole: "Potevamo chiamarla Pamela!" (in onore dei canotti della famosa attrice).
La discesa si presenta presto per quello che e': lunghi tratti di acqua assolutamente piatta in cui bisogna pagaiare per andare avanti, alternati a piccole rapide che, se rifornite da abbastanza acqua e non sbarrate da tronchi caduti, si dimostrano divertenti. Purtroppo queste sono solo una piccola parte del totale e quindi bisogna passare a piedi. Primo punto di sclero dopo circa mezz'ora: il fiume gira a gomito su una rapida con poca acqua. L'unico punto di corrente veloce e profonda in cui si potrebbe passare e' bloccata da un albero. Di fronte a loro un muraglione di cemento per prevenire erosioni (di non si sa bene cosa, visto che si intravedono solo alberi e radure). I nostri decidono di tagliare per la pietraia con grosso sforzo. Il Nostro2 si procura il primo strappo di una lunga serie.
Prime grattate sul fondo e prima fermata per svuotare l'acqua accumulata nel fondo della canoa. La chiglia della stessa si presenta assolutamente integra (con grosso solievo dei Nostri). Un paio di rapide con rimbalzi su tronchi condite da urletti divertiti. Nota del Nostro1: dalla postazione posteriore la canoa si presenta molto più manovrabile, purtuttavia resta un torpedone su una mulattiera.
Fermata per pranzo a base di salametti e formaggio su un'ansa del fiume. Padre del Nostro1 che chiama. Un qualche ripetitore ha fatto per un attimo sentire il suo segnale. Bestemmie per il momento magico rotto dal trillo tecnologico.
Poco dopo la ripartenza i primi segnali dell'imminente incubo. Tratto di fiume assolutamente piatto con alberi che si piegano sull'acqua e liane. Parallelo con la scena di Apocalypse Now in cui Martin Sheen, poco prima di arrivare nel regno di Kurtz, vede la carcassa di un elicottero in fiamme incastrato tra i rami. Dissolvenza sul fiume Ombrone e sul volto dei Nostri - che ripetono lo stesso gesto di girare il capo con espressione allucinata - mentre sulla loro destra appaiono i resti di una canoa pneumatica incastrata tra i rami a tre quattro metri sopra il livello dell'acqua. A giudicare da come e' dilaniata, la corrente doveva essere molto forte e i precedenti Ombronauti non se la devono essere vista bene.
Man mano che proseguono l'orizzonte si apre e il fiume si allarga, le divisioni del fiume in coppie di rami si moltiplicano (con problemi connessi di navigabilità). I Nostri dimostrano un'innata capacita' nel scegliere sempre il ramo sbagliato, quello con minor portata.
E siamo al primo punto di svolta. Rapida veloce e profonda che fa una curva secca sulla destra. "Fica! facciamola" "Si, dai!".
Quarto errore: una curva non si affronta come in moto, piegandosi sull'interno. Complice zaino che sbilancia la canoa i due finiscono impietosamente ribaltati dopo aver imbarcato mezzo metrocubo d'acqua. Tirata velocemente la canoa in secca ci si tuffa per recuperare il materiale che se va con la corrente. Una pagaia sembra scomparsa. Dopo attente ricerche viene ritrovata a un metro di profondità incastrata tra i rami di un albero abbattuto.
Il Nostro2 da qui in poi avra' un terribile mal di testa dato da pagaiata involontaria del Nostro1 durante la caduta. L'orecchio si gonfierà in bolla violacea. Proseguono per breve tratto con l'acqua alla vita tirando la canoa sotto una ola di alberi e liane che sfiorano l'acqua. La Cambogia e' un luogo di villeggiatura al confronto.
Un altro capottamento seguirà nel giro di un'ora. Decisione di fare merenda in un punto tranquillo del fiume per riprendersi. Arrampicata su sponda verticale e terrosa di circa 5 metri (che sembra il muraglione di un fortino) per vedere dove si trovano. Segni di civiltà! Uno sconfinato campo di grano giallo si apre alla vista e un cascinale a circa un paio di chilometri di distanza. Sole torrido. I boschi sembrano (sembrano!) finiti per il momento. Se non gli si fossero bagnate le cicche nel ribaltamento, il Nostro1 potrebbe anche godere di tale vista.
Ridiscesa la sponda con abile balzo si arrende al fatto che il fiume continuerà a scorrere in questa sorta di trincea naturale (almeno per lunghi tratti). Pesci delle dimensioni di barracuda fanno capolino a pelo d'acqua prendendo il sole. Le loro pinne meriterebbero la colonna sonora dello squalo.
Altra sosta per permettere al Nostro2 di riprendere confidenza con l'acqua dopo la tremenda botta. Scoperto il principio di galleggiamento su cui si basano i salvagenti. Accettato da un punto di vista strettamente razionale ma non emotivo.
...Eppure quando la nostra vita e' nelle mani dei soli sciagurati che ci stanno attorno, e nulla o nessuno può venire a recuperarci e a rimboccarci le coperte dandoci il bacino della buona notte, allora scopriamo delle energie che non pensavamo di possedere...
Ristabilito il feeling col millantato timoniere esperto di kayak (il Nostro1), la canoa ballerina e il fiume traditore, i due suggellano il patto dei veri Ombronauti e Frittolari cospargendosi amabilmente di crema solare (nota per la madre del Nostro1 che in ospedale col cuore debole stava in apprensione: suo figlio NON e' omosessuale!).
Incrociato pescatore: "mancano ancora una decina di chilometri a Monte Antico" (primo punto per un possibile rendez vous). Un ritardo pauroso sulla tabella di marcia! L'incubo appare ora più chiaro.
Dopo un'altra mezz'ora una grossa isola in mezzo al fiume fiacca la resistenza dei nostri: il ramo buono e' completamente bloccato da un boschetto intero che ha deciso di farsi il bagno proprio li'. Sono costretti a seguire a piedi, sotto il sole rovente, il ramo mezzo secco usando la poca acqua per far scivolare la canoa invece di doverla portare a spalla. Dopo circa un chilometro i due rami si ricongiungono.
Arrivo dalle parti di Monte Antico, che domina da una collina poco distante (solo 3-4 chilometri!). Una specie di Eden a pelo d'acqua. Invece che fermarsi per fare asciugare la roba e preparandosi per la notte decidono di proseguire ancora un po'.
E questo e' stato forse il punto di svolta finale: subito dopo il primo ponte della ferrovia (punto di riferimento preciso lungo il percorso) a causa di una manovra avventata del timoniere la canoa si ribalta per la terza volta. E questa volta le riserve di acqua potabile se ne vanno facendo "ciao ciao" con la manina. Sconforto. A questo punto devono raggiungere il punto di rendez vous (Stazione di Monte Antico) prima di notte. Con le orecchie basse si dirigono verso il punto di recupero che quasi non avevano preso in considerazione durante la pianificazione, tanto era "vicino" alla partenza. Una ventina di chilometri appena. Poi il successivo sarebbe stato ad altri venti: impossibile raggiungerlo. In mezzo, come al solito, il nulla.
..."Alfa Tango, Alfa Tango, qui bravo Charlie. Siamo nei guai, i musi gialli ci attaccano da tutti i lati. Mandateci il Napalm e mandate anche la fanteria dell'aria a recuperarci al campo base"...
Il passaggio lungo un piccolo canyon dalle pareti alte e dolci sembra quasi confortare i Nostri. Ma sanno che sarà dura trovare un approdo (un conto e' quello che racconta una mappa 1:200000 su possibili strade che passano vicino al fiume, altra cosa e' la realtà).
Il fiume si apre in una specie di anfiteatro dalle pareti di roccia. Spettacolo mozzafiato (forse a causa delle loro menti annebbiate). Un imbuto con un salto di mezzo metro circa rappresenta il passaggio obbligato di uscita dall'anfiteatro. La portata e' buona. Il Nostro1 vuole provare il passaggio, il Nostro2 lo manda giustamente a cagare e passa a piedi. Il passaggio si rivela molto piu' facile del previsto e di estremo divertimento. Il Nostro2 impreca per gli urltetti divertiti dell'amico.
Arrivati al secondo ponte ferroviario. Un dislivello di 3 metri li obbliga a un bestemmioso passaggio a piedi. Livelli di cottura impressionanti.
Inizia la ricerca, durata circa un'ora, di un possibile approdo. Consultando la cartina riescono più o meno a capire dove sono. Con una "camminata" lungo le sponde boscose (e piene di rovi) riescono a trovare, finalmente, la Stazione di Monte Antico con relativo "approdo"...
Il posto e' una piana ricoperta di campi di grano con due cascinali e stazione delle Fs. La tratta e' a binario unico e senza elettricità. Passano si' e no 1 treno al giorno. Si raggiunge solo con una strada sterrata. L'approdo e' una sponda quasi verticale di circa 5 metri con motopompa per l'irrigazione dei campi.
Ormai al volgere della sera, quando i colori si fanno pastello e l'aria fragrante, i due mettono infine piede - esausti - sulla terraferma. La cavalleria dell'aria giungerà circa un'ora dopo a recuperare i naufraghi.
Nota dell'autore (1): e' incredibile come gente, che passa la sua vita sul divano e la cosa' piu' avventurosa che fa e' andare in auto a comprare il giornale la domenica mattina, sia capace di dare consigli sul modo migliore di affrontare e organizzare una discesa in canoa.
Nota dell'autore (2): Il padre del Nostro1 paga pegno alla ragazza del Nostro2 per la scommessa persa: Recuperati alla fine del primo giorno e al primo punto di rendez vous.
... ma l'esperienza accumulata e' tanta, e viste le condizioni del fiume i due se la sono cavata più che bene (e contando solo sulle loro forze). La voglia di fare il culo al sacro fiume e' ora piu' viva che mai nei loro cuori...
Alla memoria di Alberto Miana, che diede i natali ad uno degli Ombronauti e diede loro la rabbia e la gioia per vincere il fiume.
14 maggio 2008
Melomani Inferociti
"Melomani inferociti: l’esecuzione sommaria di un direttore d’orchestra."